Come andrà a finire
- GiallosuGiallo
- 2 feb 2016
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Innumerevoli le ritrattazioni di Michele Misseri, come pure i colpi di scena. Ma un capitolo a parte meritano pure i procedimenti penali che hanno coinvolto gli avvocati degli stessi indagati!
La difesa legale di Sabrina Misseri è affidata al noto avvocato penalista romano Franco Coppi che subentra nel collegio difensivo formato dai penalisti tarantini Emilia Velletri e Vito Russo, successivamente costretti a rinunciare al mandato, ai sensi dell'art. 5 del Codice Deontologico Forense, poiché indagati nello stesso procedimento della loro assistita. Stessa sorte tocca all'avvocato Galoppa, difensore di Michele Misseri, costretto anch'egli a rimettere il mandato dopo essere stato indagato nel medesimo procedimento dell'assistito, da cui è accusato.
Nel novembre del 2011 l'avvocatessa Velletri, a seguito di giudizio abbreviato, viene assolta dalle accuse per insussistenza del fatto, e l'avvocato Russo, viene prosciolto in udienza preliminare dai due capi di imputazione sempre per insussistenza del fatto-reato. Contemporaneamente vengono assolti, a seguito di abbreviato, gli altri due avvocati imputati nello stesso processo, sempre con la formula dell'insussistenza del fatto.
Il 5 dicembre 2012, in un'udienza alla Corte d'assise di Taranto, Michele Misseri di nuovo si autoaccusa dell'omicidio della nipote, al che il suo difensore rimette il mandato e fa sospendere il processo in attesa che un nuovo legale gli subentri. Attualmente Michele Misseri è difeso dall'avvocato Luca La Tanza e dalla consulente Anna Maria Casale.
Il 20 aprile 2013 la Corte d'assise di Taranto condanna anche l'ex difensore di Sabrina, Vito Russo Junior, a due anni di reclusione per “intralcio alla giustizia” e “favoreggiamento personale”; condanna poi confermata anche dalla Corte d’Appello il 27/07/2015 anche se ridotta ad un anno e quattro mesi.
L’avvocato Coppi, difensore di Sabrina Misseri e Cosima Serrano, ha concluso la sua arringa difensiva con una lezione di diritto analizzando l’articolo 533 del codice di procedura sui criteri di applicazione della colpevolezza e sulla regola del ragionevole dubbio per ogni condanna e sulla incrollabile certezza del giudizio: “Si condanna se l’imputato risulta colpevole e non se il giudice ritiene che lo sia”.
Dove è stata uccisa Sarah? Non è chiaro, visto che nelle ordinanze contro Sabrina è stata soffocata una volta in casa, un’altra in garage, un’altra volta nella macchina di Cosima. Anche il movente – una madre e una figlia che uccidono la nipote solo per una rivalità amorosa giovanile – sembra un po’ sproporzionato.
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