I testimoni
- GiallosuGiallo
- 8 feb 2016
- Tempo di lettura: 2 min

LORIS GOZI
E’ il vicino di casa che avrebbe visto il marito di Roberta Ragusa, Antonio Logli, litigare con qualcuno quella notte in via Gigli, smentendo quanto Logli raccontato agli inquirenti (ovvero che non si sarebbe mai mosso da casa, accorgendosi dell'assenza della moglie solo il mattino seguente).

MARGHERITA LATONA
Dipendente dei Logli da molti anni, sia come domestica che baby-sitter, diventa nel tempo anche amica di Roberta e di suo marito. La mattina successiva alla scomparsa nota alcuni graffi sulla fronte di Antonio Logli. Anche la comandante della polizia municipale sangiulianese, Grazia Angiolini, recatasi quella mattina a casa dei Logli, riferisce di «alcune escoriazioni sulla fronte oltre ad altri tre piccoli graffi sullo zigomo sinistro di colore rosa, apparentemente recenti, non molto lunghi ed abbastanza equidistanti». Il marito di Roberta riferisce differenti versioni: ai carabinieri di San Giuliano Terme, il 14 febbraio 2012, dice di essersi procurato il graffio sul volto urtando su una pianta di ulivo del suo giardino; a Margherita Latona, nell’immediatezza dei fatti, dice di aver urtato uno spigolo.

SILVANA PIAMPIANI
Silvana Piampiani, 58 anni, vive in via Gigli con la madre e i figli. Agli organi inquirenti riferisce di una donna con una pigiama rosa che cammina in via Gigli, di una coppia che litiga in un tratto di strada che coinciderebbe, anche come scena, con quello indicato da Loris Gozi (l’altro vicino di casa e testimone chiave), e un uomo, ovvero Antonio Logli, che verso l’1,40 avrebbe effettuato delle “pulizie” proprio nel luogo in cui era stato visto discutere con una donna (Roberta Ragusa).

FILIPPO CAMPISI
E’ il vigile del fuoco che quella sera si trovava a passare in zona. Dopo avere visionato “una ventina di foto di tipi di auto” affermerebbe di avere individuato un modello simile a quello visto nella notte di gennaio davanti la casa di Roberta Ragusa: ”Un Nissan Patrol”. Di quella notte Campisi ricorda che, arrivato davanti all’incrocio di via Gigli, avrebbe sentito un urlo di donna molto forte, come una richiesta di aiuto. All’obiezione mossa sul perché non si fosse fermato subito per verificare ed eventualmente soccorrere la persona bisognosa d’aiuto, il vigile avrebbe replicato di avere nell’immediato “rimosso” tale ricordo e di avere poi avuto timore del ”clamore mediatico”.
Comments