Il caso
- GIALLOsuGIALLO
- 11 feb 2016
- Tempo di lettura: 3 min

LUOGO:
SAN GIULIANO TERME (PI)
ANNO:
2012
Roberta Ragusa ha 44 anni quando scompare nella notte tra il 13 e il 14 gennaio 2012. Il suo cadavere non verrà mai ritrovato. Sposata e madre di due figli, viveva a San Giuliano Terme (Pisa) dove, insieme al marito, gestiva una scuola-guida (“Futura”) ubicata nei pressi dell’abitazione. A denunciarne la scomparsa è il marito, in quale avrebbe riferito che, intorno alla mezzanotte del 13 gennaio 2012, prima di andare a letto, Roberta si sarebbe trattenuta in cucina per scrivere la lista della spesa da fare il giorno successivo, mentre lui andava a letto a dormire.
Da quella notte, della giovane imprenditrice si perde ogni traccia.
In un primo momento, ci sono diverse segnalazioni da diverse parti d’Italia di avvistamenti della donna, viva. Ma le segnalazioni, in seguito a verifiche, si rivelano tutte infondate.
Unico indagato ad oggi per i reati di omicidio volontario e distruzione di cadavere è il marito Antonio Logli.
Logli si è sempre proclamato innocente, affermando di essersi addormentato e di non avere più trovato la moglie al suo risveglio. il mattino seguente. Gli abiti di Roberta però sarebbero rimasti stranamente in camera, ad eccezione di un pigiama rosa e un paio di ciabatte (una tenuta troppo leggera per uscire in piena notte, con le rigide temperature del freddo invernale).
La porta di casa non era chiusa a chiave (ma la sera precedente invece lo era) e a casa c’erano ancora gli effetti personali di Roberta: cellulare, chiavi, documenti, soldi e borsetta. Ma dove può andare una donna senza abiti né soldi?
Gli inquirenti fin dal primo istante non credono al marito. Anzi, secondo l’accusa Antonio Logli avrebbe ucciso la moglie perché quest’ultima sarebbe venuta a conoscenza della relazione extraconiugale che da anni il marito aveva con la segretaria dell’autoscuola, Sara Calzolaio. Contro Antonio Logli ci sono anche le dichiarazioni di almeno un testimone (Gozi) che avrebbe smentito il racconto dell’uomo a proposito della notte della scomparsa. Nello specifico, mentre Logli avrebbe sempre sostenuto di essere già a letto verso mezzanotte, Gozi, il vicino, avrebbe detto di averlo visto nei pressi di casa in via Gigli, intorno all'una e mezza di notte, mentre litigava con una donna la quale, poi, sarebbe stata caricata di forza in un'auto (una C3 azzurra come quella di Roberta) e portata via.
Il 23 marzo 2012 un foglietto anonimo lasciato cadere da un'auto in corsa davanti all'abitazione della vittima, riporta che tale “Roberto” Logli, qualche giorno prima avrebbe portato degli oggetti della moglie all'inceneritore. Il messaggio anonimo invita gli investigatori a recarsi all'inceneritore per trovare prove sulla scomparsa di Roberta.
Bisogna specificare però che il marito di Roberta si chiama Antonio e non Roberto, anche se è palese il riferimento all'uomo, che dal 2 marzo 2012 è iscritto sul registro degli indagati della Procura di Pisa per omicidio volontario. Nel foglietto ci sarebbe anche stato scritto ''chi era di turno allora, e' di turno anche oggi''.
L’11 maggio 2012 viene ritrovato il diario personale di Roberta Ragusa dove è menzionata una caduta dalle scale. Confermando quanto dichiarato dal marito, unico indagato per omicidio volontario, la donna riferisce di contusioni al braccio e alla testa pochi giorni prima della sua scomparsa. "Sono caduta dalle scale della soffitta. Tragedia". L'annotazione è del 10 gennaio e descrive l'incidente domestico avvenuto sulle scale della soffitta di casa.
Ad un certo punto si scopre che Sara Calzolaio, la segretaria dell’autoscuola di cui Roberta è socia, già baby sitter dei figli della coppia, è da tempo l’amante di Antonio. Una relazione che l’uomo vuol tenere segreta, per questo, dicono, decide di distruggere i telefonini con cui si sentiva con Sara. Atteggiamento sospetto che sembrerebbe avvalorare la tesi accusatoria del PM, basata sul timore di Antonio Logli che Roberta, furiosa, avrebbe potuto chiedere una separazione con addebito.
Il 7 luglio 2013 Sara Calzolaio e Valdemaro Logli, padre del marito di Roberta vengono iscritti nel registro degli indagati.
Il 23 settembre 2014 si concludono le indagini, durate per ben 3 anni. Antonio Logli viene accusato di omicidio volontario e distruzione di cadavere.
Il 6 marzo 2015 si svolge l’udienza preliminare.
Il marito della donna, Antonio Logli, è stato prosciolto dal GUP che ha dichiarato “il non luogo a procedere”. Di conseguenza, per ora il processo a carico dell’unico accusato non si svolgerà.
Secondo il marito si è trattato, così ha sempre sostenuto, di un allontanamento volontario.
In definitiva:
Per la Procura di Pisa: Logli è colpevole.
Per il G.U.P.: Logli è innocente.
Colpo di scena: il 18 marzo 2016 viene data la notizia che la Corte di Cassazione, accogliendo ricorsi presentati dalla procura e dalle parti civili e annullando il proscioglimento di Antonio Logli, lo reinvia a giudizio con l'accusa di omicidio volontario e distruzione del cadavere della moglie. L'ipotesi è che l'uomo, dopo un litigio l'abbia uccisa e ne abbia distrutto il cadavere per non farlo più ritrovare.
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