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La difesa

  • GiallosuGiallo
  • 7 feb 2016
  • Tempo di lettura: 1 min

Giustizia - la difesa

Il difensore della studentessa, avvocato Paola Bonelli, ha sostenuto la necessità di «valutare la capacità di intendere e di volere» della giovane, opponendosi alla misura della custodia cautelare in carcere che «avrebbe effetti deleteri su una persona che presenta già diverse fragilità».

Subito dopo la sentenza di condanna a 16 anni, il 13 gennaio 2016, la Levato avrebbe commentato: “Non è giusto, anche questa volta si sono accaniti su di me” prima di scoppiare a piangere.

Critica la difesa della Levato: “è una sentenza che non fa onore alla Costituzione”. Per l’avvocato, inoltre, “il differente trattamento sanzionatorio” tra Martina e Andrea Magnani, condannato a 9 anni e 4 mesi, “è inspiegabile”. Il legale, infatti, ha ribadito più volte davanti ai cronisti che l’ex studentessa bocconiana “ha collaborato con sincerità, mentre Magnani no e Boettcher ha sempre negato, e la nostra assistita invece è l’unica che si è assunta le sue responsabilità”. Martina Levato, ha aggiunto il difensore, “con le sue dichiarazioni ci ha portato nel suo mondo e ci ha consegnato se stessa raccontando anche di una violenza sessuale subita. Martina è anche un po’ vittima e serve obiettività per dire questo”. Intanto, davanti al tribunale per i minorenni di Milano, è ancora in corso il procedimento sull’adottabilità del bimbo partorito da Martina lo scorso Ferragosto. Per i prossimi mesi è atteso il deposito di una relazione da parte di esperti psichiatri nominati dai giudici e che dovranno valutare la capacità genitoriale della coppia ed esprimersi anche in relazione ad un eventuale affidamento ai nonni.

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