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La Cassazione "non grazia" padre Gratien

  • GIALLOsuGIALLO
  • 7 apr 2016
  • Tempo di lettura: 1 min

Padre Gratien

Duro colpo per Padre Graziano, il religioso accusato di essere responsabile di omicidio e soppressione di cadavere in seguito alla scomparsa di Guerrina Piscaglia, 50enne di Ca' Raffaello, in provincia di Arezzo. Attualmente il sacerdote si trova agli arresti domiciliari (che sta scontando in un convento romano), sia pure con il dispositivo elettronico (un aggeggio quasi introvabile, tanto che all'imputato è toccato stare in cella un mese in più, perché la questura di Roma non riusciva a reperirne uno... disponibile).

Il sostituto procuratore generale della Corte di Cassazione infatti ha accolto l'istanza della procura e ha disposto la restituzione degli atti al Tribunale del Riesame perchè deliberi nuovamente sul caso.

"Non avrà soldi per scappare, ma resta il pericolo di reiterazione del reato".

Dunque il faldone processuale torna nelle mani dei giudici fiorentini che decideranno se il'uomo dovrà tornare in carcere in qualità di unico sospettato. Secondo il Riesame, infatti, sussistono tuttora gravi indizi di colpevolezza e il rischio di reiterazione del reato nonché di inquinamento delle prove: padre Graziano sarebbe un soggetto pericoloso, con una doppia personalità. Durante la trasmissione televisiva Pomeriggio 5, il religioso, intervistato, avrebbe negato ogni coinvolgimento sentimentale con la vittima. Avrebbe ammesso: "So che Guerrina voleva un figlio di colore". Poi avrebbe detto di aver capito che la donna sarebbe voluta andare "a vivere insieme" a lui. Padre Graziano si discolpa: "Non ho mai ucciso nessuno, sono vittima della cattiveria. Mi vogliono rovinare. Se non ero prete, né straniero, questa storia non sarebbe arrivata a questo punto" e infine aggiunge: "Non ho mai avuto il telefonino di Guerrina Piscaglia".

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