Baciavo Manuel che strangolava Luca
- GIALLOsuGIALLO
- 9 apr 2016
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Marco Prato dice agli inquirenti: "Manuel voleva forza da me e mi ha chiesto di baciarlo in testa mentre stringeva il collo. Io l’ho fatto". Le martellate, le coltellate, la recisione delle corde vocali con un seghetto, i tentativi di strangolamento con un cavo dell'antenna tv. "Come lo uccido?", avrebbe chiesto Manuel Foffo a Marco Prato. "Non lo so, strozziamolo", avrebbe risposto lui. Allora Foffo avrebbe infilato le mani in una calzamaglia (per evitare di sporcarsi di sangue) e, prima di strozzare Luca Varani, avrebbe chiesto a Prato di baciarlo in testa. Ma il giudici non credono che l'uomo si sia limitato solo ad assistere; d'altronde così lo descrivono: "E' un manipolatore. Prato è un uomo di 30 anni che, senza alcuna ragione scatenante, decide con un amico di attuare una vera e propria mattanza. Ha una personalità malvagia e crudele". Prato, tuttavia, ammette di aver tentato di strozzare il ragazzo in due momenti: quando le torture sono cominciate e quando stavano per finire "per aiutare la vittima a morire".
Per questo, e per altri motivi, è stata confermata la misura della custodia in carcere, respingendo la richiesta di arresti domiciliari avanzata dai difensori. Il Tribunale del Riesame, inoltre, motiva come segue: "il fatto gravissimo non è avvenuto in modo improvviso e non ripetibile ma è frutto di una condotta che dura da mesi ed è diretta ad agire, anche con violenza, sulle persone che adesca" e continua "per la "fredda ideazione, pianificazione ed esecuzione di un omicidio tanto efferato, preceduto da sevizie e torture, senza altro movente se non quello apparente di appagare un crudele desiderio di malvagità, dettano un giustificato allarme sociale e non consentono di fare affidamento sui sensi di colpa", precisando anche che: "Le modalità raccapriccianti della loro azione omicida, l'efferatezza inflitte alla vittima prima di ucciderla, sono indice di personalità disturbate, prive di sentimenti di pietà e pericolose".
Ricordiamo brevemente i passaggi salienti dell'omicidio di Luca Varani. Il giovane viene invitato da Marco Prato e Manuel Foffo in un appartamento in via Iginio Giordani dove, poco prima, era stato anche Alex Tiburtina. A Luca viene offerto un cocktail che lo stordisce; il ragazzo si sente male e perde i sensi. Prato e Foffo lo portano in camera da letto e da lì in poi lo sottopongono ad orribili sevizie che si protraggono per diverse ore. Finché Luca muore, in modo atroce. Dopo due giorni Foffo decide di confessare tutto al padre mentre Prato (ma non è certo) avrebbe tentato il suicidio in una camera d'hotel.
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