Luca Varani: il video venduto in rete?
- GIALLOsuGIALLO
- 4 mag 2016
- Tempo di lettura: 2 min

(Roma) - "Sono ancora scioccato da ciò che è accaduto a parigi, specialmente perchè uno dei luoghi dove delle bestie hanno fucilato dei poveri innocenti era uno dei miei bar preferiti...". Questo scriveva sdegnato nel 2015 - sul suo profilo facebook, tra una foto e l'altra della cantante "Dalida" di cui era evidentemente un fan - Marco Prato, organizzatore di eventi gay, subito dopo gli attentati nella capitale francese. E sempre dal suo profilo facebook si ha indirettamente la conferma che Prato fosse "bipolare" (e forse anche in cura con psicofarmaci). Nel suo profilo Grindr aveva come nickname “Il Vizietto”.
Chissà... forse non avrebbe mai immaginato di entrare a far parte, di lì a poco, della così vituperata categoria degli "assassini"... Perché, ricordiamolo, Marco Prato con la complicità dell'amico Manuel Foffo, nel corso di una notte maledetta a base di alcool, cocaina e sballi vari, in un appartamento al Collatino ha orribilmente seviziato e poi ucciso, la mattina successiva, con una coltellata al cuore, il povero 23enne Luca Varani. I due viveur delle notti romane avrebbero speso addirittura 1.800 euro in droga e, fuori di testa, volevano uccidere qualcuno a tutti i costi "per vedere che effetto che fa", come avrebbe dichiarato Foffo. E a tal fine Prato aveva invitato con Whatsapp 23 persone - tutti candidati a diventare possibili vittime sacrificali - a raggiungere i due aspiranti carnefici. E Luca, lo sventurato, rispose. All'arrivo dei carabinieri, la lama era ancora conficcata nel petto del ragazzo attirato in una trappola mortale.
Ma da qualche giorno il caso di Luca Varani si è arricchito di un nuovo capitolo.
Che gli smartphone avessero avuto un ruolo centrale in tutta questa "fiera dei vizi e delle vanità romane" era stato già assodato. Sembra che sia anche emersa una brutta storia tra i due principali imputati - Prato il gay e l'”eterosessuale” Foffo - in quanto sembra che il secondo subisse dal primo ricatti e imposizioni ad essere suo complice, nello sfrenato consumo di droghe e di sesso di gruppo, a causa di un video "compromettente". Da alcune indiscrezioni, Foffo avrebbe riferito che i files contenuti nel telefonino di Prato avrebbero riguardato scene sesso con minori e altre violenze; files che avrebbero condotto gli inquirenti su una “pista vip”, con diversi politici e altri personaggi noti coinvolti nei festini del PR romano. Ma la dichiarazione di Foffo più sconvolgente è quella che segue, ovvero: “Volevo aggiungere che ho anche filmato il povero Luca Varani mentre era a terra, agonizzante”. Un video - cancellato - nel quale si vederebbe il povero Luca Varani moribondo con accanto uno dei due assassini, Marco Prato, ancora vestito da donna.
La procura - che né conferma né smentisce - avrebbe disposto il prelievo forzoso di un pc che non era a casa di Foffo al momento dell’omicidio; gli investigatori dell’Arma che hanno già sequestrato gli smartphone dei due assassini, stanno cercando riscontri di una nuova inquietante ipotesi: il massacro di Varani potrebbe essere stato messo in rete in alcuni canali "specializzati" nella distribuzione di video raffiguranti pratiche sessuali violente ed estreme. Un po’ come succede nel mondo della pedopornografia.
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